Disturbi dell’umore

1) DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE

Il disturbo depressivo maggiore si caratterizza da uno stato emotivo di grande tristezza e apprensione, da sensi di colpa, abulia, isolamento sociale, insonnia o ipersonnia, alterazione del livello di attività (nella direzione di un rallentamento psicomotorio o dell’agitazione), perdita di appetito e conseguente calo ponderale, oppure aumento dello stesso e incremento del peso, perdita del desiderio sessuale, mancanza di energia, stanchezza, concezione di sé negativa, autobiasimo, autoriprovazione, autosvalutazione, sensazione che nulla abbia più valore, perdita di interesse nei confronti delle attività che si svolgevano precedentemente, incapacità di provare piacere per qualunque attività, pensieri di morte o di suicidio.
Le persone depresse non sono in grado di concentrare l’attenzione su qualcosa: questo per loro costituisce uno sforzo estenuante e insopportabile; non riescono a ricordare ciò che viene loro detto o che apprendono attraverso la lettura, così come risulta loro faticoso fare conversazione. Essi infatti si esprimono generalmente attraverso poche parole, facendo lunghe pause e parlando lentamente, e il tono di voce è basso e monotono. Il comportamento motorio può variare: alcuni siedono in disparte per ore rimanendo in silenzio, mentre altri sono molto agitati e non riescono a stare seduti, preferendo camminare avanti e indietro, stropicciarsi le mani, sospirare o lamentarsi.
Il disturbo colpisce anche la capacità di affrontare i problemi: gli individui che ne sono affetti risultano essere totalmente privi di idee e strategie circa la sua risoluzione, e vivono ogni momento con un sentimento di oppressione. Possono giungere a trascurare la propria persona al punto di non curarsi dell’igiene e dell’aspetto.
A volte si lamentano in modo ipocondriaco riguardo a dolori senza alcuna apparente causa organica. Nell’arco dell’esistenza i sintomi depressivi variano: nei bambini essi assumono la forma di disturbi somatici, mentre negli anziani si manifestano attraverso calo dell’attenzione e amnesia. Nella maggior parte dei casi la depressione tende con il tempo a scomparire, ma può anche cronicizzarsi, nei casi in cui il soggetto non riesca a recuperare il suo stato mentale normale nei periodi che intercorrono tra un episodio depressivo e l’altro. Il disturbo depressivo maggiore risulta essere tra i disturbi più diffusi, e sembra essere più frequente nelle donne che negli uomini, e nelle classi socioeconomiche più disagiate. Colpisce maggiormente nella prima età adulta, ma nel corso degli ultimi anni l’età di insorgenza si sta progressivamente abbassando.

2) DISTURBO BIPOLARE

Il disturbo bipolare si caratterizza per lo stato emotivo chiamato ‘mania’, che consiste in intensa ma infondata euforia accompagnata da irritabilità, logorrea, iperattività, scarsa capacità di attenzione, creazione di piani grandiosi e inattuabili. La mania si può presentare in persone che soffrono di episodi di depressione, raramente è stata riscontrata in soggetti che non ne soffrissero. L’episodio maniacale può durare da alcuni giorni a mesi, si manifesta attraverso il flusso incessante di commenti di cui sopra, espressi a voce molto alta e pieni di battute, giochi di parole, rime ed esclamazioni. È molto difficile interrompere un simile eloquio, e questo porta ad un ulteriore sintomo, che è quello della fuga di idee, ovvero l’incapacità di discorrere circa un preciso argomento senza saltare da uno all’altro, manifestando coerenza soltanto in piccolissimi frammenti di discorso. Nei soggetti affetti da mania il bisogno maniacale di attività si manifesta anche attraverso una inopportuna e invadente socievolezza, così come nella tendenza a ad essere indaffarati senza un vero scopo, e nell’incapacità di realizzare che tutte le idee sono destinate a fallire. I tentativi di tamponare gli impeti di questo genere provocano rabbia e a volte reazioni furiose. All’interno di questa patologia si verificano anche un aumento del livello dell’attività, in ambito lavorativo, sociale e/o sessuale, una diminuzione del bisogno di dormire, un’ipertrofia dell’autostima, che comporta la convinzione di avere capacità e poteri al di fuori dal comune, coinvolgimento eccessivo in attività piacevoli, le quali però generalmente hanno conseguenze spiacevoli, come ad esempio fare spese folli.

Oltre agli episodi maniacali, nel disturbo bipolare possono trovarsi anche episodi misti, comprendenti sia i sintomi della mania che quelli della depressione. La maggior parte dei soggetti affetti da tale disturbo esperisce entrambi gli episodi. Il disturbo insorge generalmente tra i 20 e i 30 anni e presenta la stessa frequenza nei due sessi; esso ha la tendenza a ripresentarsi più volte. Sembra inoltre esserci un ruolo di questo disturbo nel processo creativo, per mezzo dell’euforia, della grande quantità di energia e del succedersi rapido dei pensieri, che permette di cogliere connessioni tra idee che normalmente appaiono slegate.

Si prevede per entrambi i disturbi, unipolare e bipolare, la sottocategoria di ‘disturbo stagionale’, nel caso in cui sia evidente una relazione regolare tra la comparsa degli episodi e una particolare stagione dell’anno.

Essistono, inoltre, altri due disturbi cronici:

nel disturbo ciclotimico il soggetto presenta frequenti periodi di depressione e altri di ipomania. L’ipomania è più lieve della mania e presenta gli stessi suoi sintomi, solo leggermente meno evidenti. Questi periodi possono essere misti o alternati a periodi di umore normale che durano fino a due mesi. Nelle fasi di depressione e ipomania i ciclotimici presentano coppie polarmente opposte di sintomi, passando, ad esempio, dall’inadeguatezza della depressione all’esorbitante autostima dell’ipomania.

Nel disturbo distimico, a differenza del disturbo depressivo maggiore, si riscontra la presenza di un umore cronicamente depresso per almeno due anni, quasi ogni giorno, con una presenza giornaliera che coinvolge la maggior parte della giornata. All’umore depresso si possono associare uno o più dei seguenti sintomi: insonnia o ipersonnia, un pensiero di bassa stima di sé, una difficoltà nella concentrazione, sentimenti di disperazione, scarso o molto appetito e scarsa energia.

Riferimenti bibliografici:

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